Test per il Coronavirus – covid-19, differenza tra il tampone e i test sierologici: come funzionano queste analisi
Test per il Coronavirus – covid-19, differenza tra il tampone e i test sierologici: come funzionano queste analisi (VEDI LA TABELLA EPLICATIVA)
Il tampone per il coronavirus Covid-19 viene fatto prelevando dalla gola un campione di muco o saliva, oppure dal naso le secrezioni nasali, grazie a un lungo bastoncino simile a un cotton fioc. Dopo essere stato messo in un gel, il tampone viene mandato ai laboratori di analisi autorizzati che con test molecolari ricercano l’RNA virale.
Nel giro di un arco temporale che va dalle 4 alle 8 ore si ha l’esisto dell’analisi del tampone: se è positivo vuol dire che la persona, anche se presenta sintomi lievi o non presenta affatto le tipiche avvisaglie del coronavirus (tosse, febbre, rinorrea, dispnea), ha un’infezione in corso e quindi può trasmettere agli altri agenti patogeni favorendo il contagio. Sono segnalati falsi positivi dall’1 al 4% dei casi, per questo viene svolto un secondo test dall’Istituto superiore di sanità.
Coronavirus, test sierologici sugli anticorpi (analisi del sangue)
Diversamente dal tampone le analisi del sangue ricercano gli anticorpi sviluppati a seguito dell’esposizione al coronavirus Covid-19, il cosiddetto test sierologico, che può essere anche rapido. Si tratta di un normale prelievo ematico (bastano anche poche gocce di sangue) che permettono di esaminare la presenza della risposta immunitaria: il nostro corpo infatti per ogni virus sviluppa una particolare reazione anticorpale e lascia traccia anche a distanza di molto tempo.
In particolare gli esperti guardano due tipi di immunoglobuline, che però sono riscontrabili solo dopo un periodo finestra:
- le IgM, anticorpi prima di prima classe, indicano una fase attiva del virus e compaiono precocemente ma scompaiono in modo veloce. In sostanza se sono presenti indicano che il soggetto ha un’infezione in corso (anche se asintomatico)
- le IgG, al contrario, salgono con il passare del tempo e rappresentano una sorta di “memoria immunitaria” delle infezioni virali. Se sono più delle IgM questo significa che il soggetto è stato affetto in passato da coronavirus (con o senza sintomi).
L’esito di questo tipo di test sierologico sul coronavirus è utile per studi epidemiologici, ma durante l’emergenza deve essere confermato da un tampone, che indica se il soggetto è ancora infetto o se è guarito del tutto negativizzando il virus, come dicono gli esperti. E’ possibile infatti essere guariti clinicamente, ossia non presentare più i sintomi, ma avere ancora il virus attivo nel proprio corpo con il rischio di poter contagiare gli altri. A pesare su queste analisi del sangue anche il periodo finestra, quel tempo ancora non noto che trascorre dall’infezione da coronavirus alla manifestazione